lunedì 5 dicembre 2011

Fuerteventura - Baja de Luis


Arriviamo al diving stropicciati.
Le nostre mute sono lì, pulite e profumate. L'avevamo visto, Gegge, che aggiungeva l'ammorbidente nella vasca del risciacquo!
L'attrezzatura è pronta e ordinata. Belli, i vizi!

La compagnia è bizzarramente assortita: io e l'Omo Nero, una coppietta viennese, Sebastian, Gegge e il barcarolo.
E Michael. Un irlandese tozzo e rubizzo, 47 anni, non ancora brevettato. E' la sua prima "immersione in acque libere" ed è terrorizzato.
Gli stringo la manona.
"Come ti capisco!"
"Davvero? Ti ricordi la tua prima immersione?"
"E me lo ricordo sì, sarà passato un quarto d'ora!"
Ridiamo, lui sembra più rilassato.
Briefing di Sebastian: " Andiamo a Baja de Luis. E' semplice, profondità massima 10 mt, non c'è corrente. Io devo fare gli esercizi con Michael. Voi restate nei paraggi. Ci vediamo a fine immersione, all'ancora."
Fico!

Sarà l'emozione, sarà la bombola da 10 lt (Sebastian ha deciso che per me è più che sufficiente...), saranno i due chiletti presi al cambio di stagione (mmmmhh, gli gnocchi ai quattro formaggi!), sarà... ma fatico a scendere. Non cincischio, mi attacco alla corda e mi tiro giù. Ecco, ecco.
Nessuno approfitta del "liberi tutti" e il gruppo resta compatto. Io sono la prima. Infilo la testa in ogni pertugio, passiamo attraverso archi di lava, sotto tettoie, sopra piccoli canyon.

Intravedo qualcosa nella sabbia bianca. Una coda spunta. 
Ma che è? UN DRAGO? 

Mi giro, ci sono tutti, acchiappo Sebastian per un braccio e indico il coso.
"Stai ferma!"
"E chi si muove?"

Restiamo ad osservarlo finchè, finalmente, infastidito dalla nostra gorgogliante presenza, il coso prende il volo. 


Ma... è uno Squalo Angelo!!! 

Lo seguiamo per un po', fino a quando scompare.
Cerco lo sguardo degli altri per leggere la loro emozione e... e vedo Michael attaccato alla bombola di Sebastian!!!
Però ha un'espressione divertita; sembra tranquillo, lì al guinzaglio.

Finiamo il giro seguiti in corteo dai Saraghi Juve. Risaliamo (a PRUA!) e, stavolta, Gegge sorride.
Si festeggia lo Squalo Angelo con gli austriaci al ristorantino dei pescatori: gamberi al sale, papas arrugadas, birra ghiacciata.
Dura la vita.

domenica 4 dicembre 2011

Fuerteventura "El Puente"


Sveglia alle otto. Traumatico, in vacanza.
Gli occhi pesti, cerchiamo carburante in una pasticceria francese. Squisiti croissant, una meringhetta sul piattino del caffè. Va meglio.

Al diving “Punta Amanay” ci aspettano Kristof, Gegge e Sebastian.

“Com’è il mare?” chiedo.
“Calmo. Per essere l’Atlantico”.

Il gommone è pura cattiveria. Tutto nero. “The Black Hawk I”.
Si parte. E si balla, vaccaboia!
Il Falco Nero si ferma in mezzo al mare, tra Corralejo e la Isla de los Lobos.
Vestizione rapidissima nel tentativo (riuscito) di non vomitarci addosso.
Tutti in acqua. Che non è affatto fredda: 21 gradi, dice il gingillo.
Scendiamo lungo la corda e, nel blu, il comitato di accoglienza:

B A R R A C U D A !!!!

Tanti, sbrilluccichi, bellissimi!

La visibilità è buona e il paesaggio mozzafiato: lava nera, sabbia bianca, sculture bizzarre, pertugi e anfratti.
E tantissimi pesci: pesci pappagallo, signore cernie, pesci lima ed enormi saraghi a strisce bianconere.
Sotto una tettoia, una grossa murena gialla dall’aria incazzosa: le fauci spalancate, sembra di sentirla sibilare. Arretriamo, la lasciamo in pace, curiosiamo un po’ più in là.

Arriviamo al punto che dà il nome all’immersione: uno spettacolare arco di lava.
Attaccati alle rocce per via di un po’ di corrente, ci godiamo la danza tribale dei saraghi juve: tre passi a destra, tre passi a sinistra, lo sfondo blu…. 


E’ ora di tornare. 
All’ancora, Kristof segnala di aver finito l’aria e sparisce.

Un po’ spiazzati, risaliamo. Proviamo a fare la sosta a 5 mt, ma le onde giocano con noi come fossimo yoyo.
Usciamo.
Mierda!
Il vento è forte, pinneggiamo, ci avviciniamo, ci allontaniamo, ci avviciniamo. Finalmente, riusciamo ad aggrapparci, esausti.

E Gegge mi fa un culo come una capanna.
A me, eh, mica all’Omone Nero!!! Capitani coraggiosi…
Parla velocissimo in spagnolo e in inglese, grida che si emerge a prua quando c’è vento, A PRUA!

Mi prendo il cazziatone.
Penso che due parole sulla risalita avrebbero potuto dirle.
Penso, anche, che avremmo dovuto arrivarci da soli.

Penso che ho fame e che quel ristorantino al porto profumava proprio di buono…