Tanto tempo fa vivevo in un appartamento spettinato
e splendido in piazza Matteotti: ultimo piano e terrazzo con vista sulla città.
Cinque camere da letto e sei femmine.
Cinque camere da letto e sei femmine.
C'era Santalalla, occhi obliqui e trasparenti, bella come una Madonna, che
preparava i ravioli per tutte e raccoglieva le nostre lacrime. Angelo e demone,
farla incazzare non era una buona idea.
C'era La Puddu, una Audrey Hepburn in versione sexy. Difficile
da immaginare? Perché non la conoscete. E non l'avete mai vista preparare i
ripieni alla ligure coi capelli nerissimi raccolti in uno chignon disordinato. Quei riccioli sul collo...
C'era La So', gambe lunghe e un culo che faceva gridare
al miracolo. Vederla ballare era una gioia per gli occhi.
C'era La Alle, zazzera punk e occhi da cerbiatto, che
girava sempre con la valigia e non sapevi mai se partiva o arrivava.
C'ero io, La Bale, sfacciata e impudica, sempre in
mutande per la gioia del vicino giudice.
E c'era Nina, la gatta. Nera, gli occhi arancioni, era la
vera regina del focolare.
Un giorno torno a casa e sul terrazzo trovo Santalalla,
La Puddu e una montagna di gessetti colorati.
"Ciao Bale! Ci aiuti?"
"A fare che?"
"Abbiamo deciso che questa casa diventerà un Bed and
Breakfast per gli alieni. Dobbiamo disegnare l'insegna e la pista di
atterraggio per gli UFI."
"Fico."
C'era l'insegna, c'era la pista, ma nessun UFO è mai
atterrato sul nostro terrazzo. Quando la pioggia ha cancellato tutto, abbiamo
usato i gessetti avanzati per scrivere SUCA agli elicotteri degli sbirri.
Gli alieni non esistono. Oppure
sono bulicci.