Oggi
per la prima volta mi sono innamorata.
Oggi
per la prima volta mi sono innamorata di una donna.
Bar
della stazione. Ho cinque minuti prima che il treno parta, il tempo di un caffè
trangugiato. Lei è in coda alla cassa davanti a me, per mano ha un bambino
sugli otto anni. Si volta per raggiungere il bancone. La pelle scura, gli occhi
distanti da capra e verdi come muschio su un albero.
Mi
regala un sorriso che così non mi ha sorriso nessuno, mai.
Ordina
due cappucci al barista, li posa poi su un tavolino brutto e si siede, col
bambino, a fare colazione.
“Un
caffè,” dico io, belando. Verso lo zucchero di canna, e granelli d’oro si
spargono sul bancone. Mi giro, lei mi sta guardando e di nuovo mi sorride in
quel modo. Dio.
È
tardi. Butto giù il caffè senza neanche sentirne il sapore, esco dal bar e,
mentre scendo le scale, un brivido lento mi sale lungo le gambe, lungo la
schiena, come un insetto pigro.
Avrei
voluto baciarla. Stringerla. Portarla via con me.
Ma
è andata. Io sono andata. Arrivederci, mia bella.