L'hotel Marrakesh,
arredato in pseudo stile marocchino, è carino e pulito.
La tizia alla reception
è fredda, ma gentile. Documenti, carta di credito, stanza 736.
Saliamo (a piedi,
l'ascensore non c'è) al terzo piano, la stanza è poco più grande del letto e la
finestra si apre sul muro dell'edificio di fianco.
Pazienza, non abbiamo
intenzione di passarci molto tempo. Doccia e cambio d'abiti, siamo di nuovo
fuori.
Sotto l'albergo c'è uno
Starbucks, entriamo per un caffè. Espresso (seh, come no...), Café Au Lait,
Cappuccino, Iced Brewed Coffee, Iced Coffee with Milk, Caramel Macchiato,
Cinnamon Dolce Latte, Espresso Truffle... Aiuto. Ordiniamo un espresso e un
cappuccino, ci ritroviamo con due beveroni da mezzo litro in bicchiere di
polistirolo con tappo e pertugio ciucciabevanda. Mortacci loro, è piombo fuso!
Mi ustiono, grazie al pertugio, labbra e lingua e solo per miracolo non mi
verso tutto addosso. Bak bocca d'amianto beve un po' di lava, quanto basta per
aggiungere del latte freddo, mandar giù tutto e ripartire. Mappa nella mano
destra, lonely planet nella sinistra, ci ributtiamo in metropolitana. Sporca,
fatiscente, piena di rumenta. Non c'è una scala mobile. Se è un modo per
mantenere i gnuiorchesi in forma, non funziona: mai visto culi così grandi.
Come dice Bak, la caricatura degli obesi. E un numero impressionante di gambe
ingessate. Teorizziamo che sia la moda del momento. Times Square, si cambia
treno. Linea Q, 8 st
B'way - Lafayette St. Siamo a Soho...