Due giorni fa.
Il solo ripensare a ciò che ho scritto mi fa
rattrappire dalla vergogna.
Guance in fiamme, lacrime che pungono gli occhi.
Di nuovo in crisi, di nuovo a un passo dalla resa.
Cosa mi darà, da domani, la forza di alzarmi la mattina?
Proprio ora che arriva l'autunno.
L'Esperimento si ribella, fugge dalle dita e
dall'eutanasia e si rintana tra le braccia dell'Omonero.
L'ultima volta che, bisognosa, gli avevo parlato
delle mie insicurezze, l'Omonero mi aveva liquidato così: "È normale, vuoi
dell'insalata?"
Oggi.
Pranzo a casa. Davanti a una cotoletta fritta alla
perfezione, timorosa chiedo:
"E quindi?"
"Quindi bene."
Mastico un po', lui non aggiunge altro. Incalzo.
"Insomma, c'è qualcosa che non va? Perché
continuo a pensare che sia piatto, senza stile; e poi uso sempre gli stessi
aggettivi e..."
"Scusa, mi sa che dovrò rileggerlo. Perché mi
sono fatto coinvolgere dalla storia, non ho fatto caso a queste cose."
E lo dice scusandosi.
E non lo sa che cosa più bella non me la poteva dire.
Avanti.
PS (per chi sa)
Cercavo un'immagine per questo post. Ne ho digitato il
titolo, "prove tecniche", sulla ricerca per immagini di Google. La
settima immagine. Segnali divini. Roba da infarto...
1 commento:
:)
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