Tanto tanto tempo fa, qualcosa come
vent'anni fa, mia madre, con aria sconsolata, mi guarda e dice:"La tua
vita, la nostra vita, sarebbe molto più facile se tu fossi un po' più
mucca".
Le mucche sono quelle persone che
brucano felici nel loro recinto. Che non solo non si chiedono cosa ci sia oltre
la staccionata, ma che la staccionata neanche la vedono.
Io, oggi, sono circondata da mucche.
Gente col percorso di vita stabilito
alla nascita.
Gente che non si è spostata mai più di
qualche chilometro da casa. Nello stesso quartiere l'asilo, la scuola media, il
liceo, l'università, l'ufficio.
Gente senza curiosità, gente che, alla
mia domanda "ma qual è il piatto più bizzarro che tu abbia mai
assaggiato?" mi ha risposto "i fegatini di pollo".
Gente, sicuramente, più in pace di me.
Oggi, però, succede che ci spostano il
recinto un po' più in là.
"Più in là? Più in là DOVE? Oddio,
ma esiste un "UNPOPIUINLA'?".
Avete mai visto delle mucche in panico?
Occhi fuori dalle orbite, si aggirano devastate per i corridoi, cercano
conforto e invece si contagiano i reciproci terrori.
Ed io. Io che ho cambiato vita non so
più quante volte, io che vivrei di alligatore fritto, io che sono la Regina dei low cost e,
nonostante le tasche vuote, ho visto più posti di tutti loro messi insieme, io,
per niente mucca ma pecora nera, faccio spallucce.
E rispondo, oggi, a mia madre: "
Ma', e meno male che non sono una Mucca!"
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